Mettete insieme 35 ragazzi provenienti dalle parrocchie del vicariato, educatori ed esperti professionisti, i nostri Ospiti e il brulicare affaccendato di vita nella nostra Casa e potrete così avere un’idea dell’impegnativa estate di lavoro e servizio che abbiamo appena salutato con la fine del mese di agosto. Oggi vi raccontiamo nello specifico l’esperienza del campo servizio all’OPSA dei ragazzi di Asolo (TV).
La nostra Casa ha recentemente accolto 35 ragazzi provenienti dalle parrocchie del vicariato di Asolo, che negli scorsi mesi hanno selezionato proprio l’OPSA come struttura dove svolgere il campo di servizio estivo. Li abbiamo ospitati per una settimana nella nostra Casa, dove hanno svolto le attività vivendo in comunità all’interno del Nucleo S.S. Angeli e lavorando all’interno di vari Nuclei con i nostri Ospiti, coordinati da Lorenza Bertazzo, referente per i gruppi in visita, PCTO e volontari dell’OPSA. Questa esperienza è stata il punto di arrivo di una serie di contatti e attività iniziate a gennaio 2024 tra OPSA e le parrocchie del vicariato, che hanno avuto come obiettivo la conoscenza reciproca. Della nostra Casa, prima di tutto, ma anche delle comunità e delle parrocchie, con particolare attenzione ai ragazzi che poi hanno vissuto l’esperienza di campo servizio, con i quali abbiamo lavorato per obiettivi e finalità, così da permettere loro di arrivare “pronti” a vivere un campo servizio più completo.
La quotidianità del campo servizio
Ogni campo di volontariato o campo servizio prevede sia momenti vero e proprio lavoro che momenti di riflessione individuale e condivisione collettiva dell’esperienza, anche durante il suo svolgimento. È anche grazie a questa condivisione che possiamo farvi leggere una versione così dettagliata e personale dell’esperienza di questi ragazzi, che hanno conosciuto – tanti per la primissima volta – l’Opera e hanno potuto cimentarsi con il volontariato e con l’assistenza agli Ospiti con disabilità.
La loro attività quotidiana è sempre cominciata con il risveglio e la colazione, poi subito il servizio (dalle 9 alle 11.30) nei Nuclei con gli Ospiti. A seguire il pranzo, un piccolo momento di pausa e poi di nuovo il servizio (dalle 15 alle 17.30). Al termine della giornata di lavoro i ragazzi si sono sempre incontrati per un momento di condivisione, a piccoli gruppi, oppure individuale, rispetto al vissuto della giornata. Poi preparazione della cena e pasto insieme e un momento di preghiera, prima di salutarsi per il riposo notturno.
Gli Ospiti, parte fondamentale del campo
Ogni campo servizio, così come ogni percorso di volontariato, è unico e praticamente irripetibile, perché cambiano molti fattori: le persone di cui ci si prende cura, i professionisti con i quali si collabora…e poi perché cambiamo anche noi stessi, anche grazie a questo tipo di esperienze. I ragazzi del vicariato di Asolo si sono dedicati alla cura e alla relazione con gli Ospiti di Casa di Betania ma anche del Nucleo primo Giuseppe maschile, terzo Francesco, terzo Luigi femminile, dedicandosi con attenzione particolare agli Ospiti con disabilità e con problemi comportamentali. Questa scelta è stata per i ragazzi (e anche per gli Ospiti!) un banco di prova che ha reso possibile una crescita. Dall’inizio dell’esperienza, dove tutto era nuovo e ogni gesto ha richiesto pazienza e cautela per essere compreso e accettato, la relazione si è fatta poi più spontanea e naturale, coinvolgendo sia i ragazzi che gli Ospiti in una nuova conoscenza e amicizia.
Non sono mancate le attività e l’intrattenimento: dal beauty lab, al karaoke, ai puzzle ma anche al tempo passato insieme in palestra e alle attività del cinema, per tutti la settimana è praticamente volata, in una continua esperienza di scoperta e di lavoro sul campo.
Cosa significa fare un campo di volontariato o servizio all’OPSA?
Ve lo diciamo per come l’abbiamo compreso dai ragazzi, ma anche per come lo viviamo noi: innanzitutto, significa «mettersi in ascolto di noi stessi e dell’altro e rendersi disponibili a fare continuamente nuove scoperte, che avranno un impatto anche su chi siamo e su come agiamo nel mondo nel presente e probabilmente anche nel futuro». Significa anche «trovare sempre un punto di contatto» e imparare a chiedere aiuto quando non si sa che fare.
Non è cosa da poco, non trovate?
La parola ai ragazzi
Se non l’avete già fatto, cercate su Instagram e Facebook i reel che raccontano l’esperienza “prima e dopo” del campo servizio dei ragazzi di Asolo: in 90 secondi di video capirete davvero tante cose!
Vi lasciamo qui sotto alcune foto che ha condiviso Riccardo, uno degli educatori che ha fatto parte del gruppo e che ha scelto di mandarci alcuni passaggi dei momenti di condivisione e preghiera che hanno contraddistinto il suo percorso. Le conclusioni finali le lasciamo a voi.
Incuriositi da questa esperienza di campo?
Per saperne di più su come fare campo servizio qui all’OPSA, cominciate da qui.