Cura alla persona
Uno dei servizi fondamentali della struttura, in cui viene espresso anche una vocazione particolare che pone l’OPSA come elemento di spicco nel panorama dei servizi in Italia, è la cosiddetta “cura della persona” o, detto in altri termini, il “servizio ai bisogni primari della persona” (igiene personale, vestizione, alimentazione, mobilizzazione, aiuto nelle pratiche di vita della casa, pulizia dell'ambiente).
Spesso si usa sbrigativamente il termine “assistenza” per identificare questo ambito, con una terminologia che però non rende giustizia alla sostanza del servizio reso. E ciò per almeno tre motivi: l’impegno non è solo quello di soddisfare un bisogno, ma è quello di arrecare un benessere integrale; non è solo quello di erogare una prestazione, bensì di mantenere e promuovere delle autonomie; non è solo quello di svolgere un’azione professionale tecnicamente compiuta, ma è anche quello di unire una squisita dose di umanità.
Posto che il compito di assistenza è svolto trasversalmente da tutte le figure professionali presenti in OPSA, c’è però un professionista che è particolarmente dedicato a questo compito. È l’Operatore Socio Sanitario, figura professionale dalla Regione istituita nel 2001 come evoluzione di figure precedenti.
Le attività dell'Operatore Socio Sanitario, presente sia nell’ambito delle Persone con disabilità sia in quello delle Persone anziane, sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita e si possono riassumere in: assistenza diretta ed aiuto domestico-alberghiero; intervento igienico-sanitario e di carattere sociale; supporto gestionale, organizzativo e formativo. Lo scopo del suo lavoro all'Opera della Provvidenza è che gli ospiti possano acquisire, mantenere, recuperare abilità e risorse fisiche, psichiche e spirituali necessarie per vivere con il minimo di difficoltà e disagio.
L'Operatore valorizza le autonomia della persona, la sua soggettività, la sua capacità di prendere decisioni, la sostiene nell’uso delle proprie risorse, la stimola ad usufruire delle risorse sociali. Tale figura deve svolgere un ruolo positivo anche per i non autosufficienti gravi, individuando e mettendo in atto tutti i comportamenti e le abilità necessarie ad assicurare loro uno qualificata assistenza nonché aiutarli a convivere con la loro situazione e a recuperare un significato e una motivazione alla propria vita. Un lavoro quindi dal profondo significato etico ed esistenziale che ho allo base la fiducia nella persona, nella sua dignità oltre e al di là di ogni condizione limitante psicofisica.