Ci siamo lasciati alle spalle l’entusiasmante fine settimana di cultura, musica, approfondimento e, perché no, divertimento, promosso il 2 e 3 dicembre da OPSA, con la collaborazione del “Patto per lo sviluppo”, di altre realtà associative ed enti locali presso il Teatro Verdi e il Centro culturale San Gaetano di Padova. A caldo le sensazioni e gli echi sono stati assai positivi, e con piacere prossimamente ne daremo ampio riscontro.
Dentro a “OPSA & Friends” la fragilità delle persone con disabilità è stata approcciata con il linguaggio dell’arte grazie a cinque cori e altri personaggi del mondo dello spettacolo: il risultato è stato il “Gran concerto di Avvento” del sabato pomeriggio. Domenica 3 dicembre, data concomitante con la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, l’incontro-spettacolo “Basta l’Inclusione”, ideato e coordinato da Guido Marangoni (autore della rubrica “Buone notizie secondo Anna” sul Corriere della Sera-Buone notizie), ha sottolineato, attraverso una rilettura in chiave teatrale della Convenzione ONU, che i diritti delle persone con disabilità troppo spesso si fermano a livello di ottime enunciazioni ma si calano nel concreto con estrema difficoltà. Tutto ciò, purtroppo, lo sperimentano quotidianamente le famiglie coinvolte in prima persona e le realtà come la nostra. Va fatta maturare un’inclusione vera, quindi: non come una benevola concessione, ma diritto spettante, alla persona fragile, di potersi sentire ed essere pienamente parte attiva della comunità in cui vive, comunità a cui anch’egli vuole e può offrire un notevole contributo.
Nei fragili si celebra Cristo (ce l’ha ricordato il Vangelo della festa di Cristo Re) e, altra felice concomitanza, il 3 dicembre è stato anche l’inizio dell’Avvento, tempo forte che ripropone l’attesa come cammino verso il Natale. Il Natale è la festa dei fragili, perché Dio si è fatto bambino per dare valore alla nostra fragilità.
Il Natale, poi, apre anche all’accoglienza degli esclusi, come i pastori, che per seguire il gregge vivevano nelle campagne e sui monti ed erano e lasciati ai margini della società: ma proprio a loro per primi gli angeli hanno annunciato la nascita di Cristo; e i pastori sono accorsi alla grotta, nella notte santa di Betlemme.
Il Cristo incarnatosi in un bambino indifeso ci aiuta a rileggere ogni anno, in modo nuovo, il senso della fragilità, dell’emarginazione, degli “scartati”. In queste intuizioni evangeliche il cristianesimo riscopre la propria forza, la peculiarità che diventa impegno di carità e proposta di riscatto. Nella misura in cui è stata fedele alle consegne del suo Signore, la Chiesa è stata ed è profezia che ha contribuito a cambiare la mentalità del “mondo”, ha dato voce a chi prima non l’aveva. Il Natale 2023 possa essere un bel passo in avanti in questa direzione, con l’auspicio della pace per tutti: “Vieni Gesù, principe della pace!”.