La Provvidenza – Gen/Feb 2021

EDITORIALE

Ben ritrovati. Cari lettori del periodico e cari amici dell’Opera della Provvidenza, per la prima volta abbiamo dovuto “stare fermi un giro”, come si diceva nei giochi da tavolo di una volta. Ebbene sì, tra le tante difficoltà e i notevoli problemi che il coronavirus ha creato, e crea tuttora, vi è anche la necessità di “accontentarsi” di un numero unico di gennaio/febbraio. Fino alla fine si è tentato di arrivare puntuali anche a gennaio nelle vostre case, ma davvero non ci è stato possibile. Eccoci qui, comunque, di nuovo pronti a portare a casa vostra un po’ della vita della Casa.

È necessario innanzitutto ricordare che in una struttura come la nostra, che ospita centinaia di persone fisicamente assai debilitate, persone disabili e ammalate di Alzheimer, le limitazioni e le procedure anticovid attivate in loro tutela hanno interferito e tuttora interferiscono fortemente sulle normali attività socioeducative della Casa. Immutata, anzi rafforzata l’attenzione e l’organizzazione dell’aspetto sanitario, anche all’Opsa, un po’ come è successo a tutti noi, è l’attività “sociale” che ha dovuto subire uno stravolgimento tanto doloroso quanto necessario.

Ricordiamo bene il mese di dicembre sempre ricco di iniziative, progetti e manifestazioni che hanno contraddistinto le festività natalizie dall’Avvento fino all’Epifania. Ad esempio, il coinvolgente e maestoso “Spettacolo di Natale” dove decine di ragazzi per quasi tre mesi si impegnano tenacemente per recitare all’antivigilia di Natale nel teatro dell’Opsa pieno di spettatori. Una realtà, quella del teatro, che ha radici ancorate nei primi anni della Casa, per poi diventare nel corso dei decenni un’attività educativa di primissimo piano che coinvolge anche diverse figure professionali.

Pensiamo alla solidarietà offerta attraverso la rassegna canora “Cantando il Natale per chi soffre”, ideata dal Maestro Luigi Zampieri e giunta alla 20ª edizione. Pensiamo all’incredibile progetto portato avanti per decenni da una professoressa dell’Istituto “Scalcerle” di Padova che, coadiuvata dai colleghi, organizzava le sue classi quinte fin da settembre nella raccolta di oggetti da regalare ai nostri ospiti. Per molti di quei studenti era la prima volta che venivano in contatto con realtà come la nostra. E la professoressa ha voluto scriverci del vuoto che si è venuto a creare senza il nostro festoso incontro: sono esperienze che nessuna DaD (didattica a distanza) potrà mai sostituire.

Ancora pensiamo all’incontro con i volontari del CEAV e ai gruppi di giovani volontari che si impegnano da anni nel far festeggiare il capodanno ai nostri ospiti, con balli e lanci di coriandoli e stelle filanti.

Cose semplici e cose complesse ma sempre fatte con amore. Ecco, tutto questo per una volta non è stato possibile. Ma abbiamo imparato che ogni lezione è utile. Di solito la mancanza di qualcosa serve a farla apprezzare ancor di più e siamo sicuri che l’anno prossimo sarà così. Serve a trovare nuovi amici che si ingegnano a salutarci e sostenerci anche a distanza, com’è stato fatto con il concerto del Centro Universitario di Padova: una bellissima sorpresa!

Noi intanto, certi che in questi momenti più difficili è ancor più necessario “servire Cristo nei fratelli”, auguriamo a tutti, pur in ritardo ma di cuore, un 2021 pieno di bene e di fiducia.