La Provvidenza – gennaio 2020

EDITORIALE

Un nuovo anno è incominciato, il 2020, un anno che, grati al Signore, per l’Opera della Provvidenza S. Antonio significa raggiungere un bel traguardo di cui essere fieri. Un traguardo che forse qualcuno ha già percepito dal piccolo logo sulla copertina che ci accompagnerà per tutti i dodici mesi: il 19 marzo l’Opera festeggerà i 60 anni di attività. Non mancheranno, ovviamente, informazioni sulle modalità con cui ricorderemo i sei decenni trascorsi al servizio degli “ultimi” e soprattutto sulle prospettive e sfide che ci aspettano. Siamo fermamente convinti che chi tanto ha dato, tanto ancora ha da offrire nei confronti delle nuove emergenze: e quindi l’anniversario può essere non solo un traguardo ma una rampa di lancio! Non sembri esagerata l’enfasi con cui cominciamo quest’anno per noi particolare. In un’epoca dove quello che sale alla ribalta altrettanto velocemente viene centrifugato per poi essere in fretta messo da parte, un periodo così lungo e denso come i nostri 60 anni è realtà per molti aspetti significativa. Si vede che la nostra Casa è stata costruita sulla roccia, come da antiche e sempre sagge raccomandazioni evangeliche.

La lunga e bella storia di servizio, cura, assistenza per chi all’epoca, per la società, non aveva alcuna dignità, è partita dal notes pieno di annotazioni di un giovane vescovo cappuccino, Girolamo Bortignon, divenuto pastore della diocesi patavina nel dopoguerra, in una Padova che stava lanciando le grandi trasformazioni urbanistiche ed economiche che hanno segnato la seconda metà del Novecento. Mons. Bortignon e la Chiesa padovana, grazie alla “idea profetica” del vescovo, hanno radicalmente sconvolto il modo di pensare di molti: con mons. Francesco Frasson, il giovane sacerdote scelto dal vescovo per aiutarlo in questa immensa sfida, hanno trasformato la mentalità, hanno aperto gli occhi alla società civile padovana (e non solo padovana) nei confronti delle persone con disabilità; hanno dato dignità di persone a coloro a cui nessuno prima di allora offriva particolare cura. Ecco, questo è costruire sulla roccia.

Chi ha dato tanto, molto ancora ha da dare. Verissimo. Anche oggi la vicinanza della Chiesa padovana, soprattutto nella figura del suo vescovo Claudio Cipolla, non lascia dubbi: l’attenzione continua per chi è in difficoltà, al fine di dare risposte alle nuove emergenze che in molte famiglie vengono ad acuirsi, è cifra propria del nostro vescovo, la cui vicinanza è anche personale. Tutta l’Opera della Provvidenza lo sente, vicino. Per motivi istituzionali, ad esempio un  incontro con il Consiglio d’Amministrazione, ma ci sono spesso le visite ai sacerdoti ammalati o un appuntamento importante come la santa Messa il giorno di Natale, o ancora l’incontro con ospiti e familiari nel grande teatro o nella sala delle feste. Siamo felici quindi di sapere che, oggi come 60 anni fa, il vescovo di Padova guarda ed è vicino all’Opera della Provvidenza, la Casa che, con felice intuizione, il suo predecessore mons. Antonio Mattiazzo ha chiamato scuola di vita e di esercizio pratico della carità autentica.

Buon compleanno, Opsa! Ad multos annos.