EDITORIALE
Il mese di Giugno all’Opera della Provvidenza non può che essere il mese di Sant’Antonio, il “Santo dei miracoli” a cui è dedicata la nostra Casa. In questo momento di emergenza sanitaria, anche se qualche segnale di ritorno alla normalità sembra esserci, ci affidiamo con maggior fede e coraggio alla sua intercessione.
A lui chiediamo di continuare a proteggere i nostri ospiti, preservati finora dalle conseguenze della pandemia, i familiari che soffrono per non poter visitare e abbracciare i propri cari, le religiose e tutto il personale che in questi mesi difficili si sono prodigati davvero in modo encomiabile per i nostri ospiti. Nella prova durissima di questo periodo la cura dei nostri ospiti ha avuto il volto degli operatori, degli infermieri, dei medici e di tutto il personale che è stato ore ed ore in prima linea nell’affiancare, sostenere, incoraggiare e aiutare. Papa Francesco nel suo saluto e ringraziamento in occasione della giornata internazionale dell’infermiere (12 maggio) chiama gli operatori sanitari i “santi della porta accanto”. Scrive tra l’altro: “Da sempre gli infermieri svolgono un ruolo centrale nell’assistenza sanitaria. Ogni giorno, a contatto con gli ammalati, sperimentano il trauma che la sofferenza provoca nella vita di una persona. Sono uomini e donne che hanno scelto di rispondere “sì” a una vocazione particolare: quella di essere buoni samaritani che si fanno carico della vita e delle ferite del prossimo. Custodi e servitori della vita, mentre somministrano le terapie necessarie, infondono coraggio, speranza e fiducia”. Poi, dopo aver centrato il suo discorso sulla relazione con il malato e sulla umanizzazione delle cure, rivolgendosi direttamente agli operatori sanitari Papa Francesco sottolinea che “prendendovi cura di donne e di uomini, di bambini e anziani in ogni fase della loro vita, dalla nascita alla morte, siete impegnati in un continuo ascolto teso a comprendere quali siano le esigenze di quel malato, nella fase che sta attraversando. Davanti alla singolarità di ogni situazione, infatti, non è mai abbastanza seguire un protocollo, ma si richiede un continuo e faticoso sforzo di discernimento e di attenzione alla singola persona. A volta vi trovate accanto a loro mentre stanno morendo, donando sollievo e conforto negli ultimi istanti”
Chissà cosa resterà di questo periodo: una consapevolezza del prendersi cura di se stessi, degli altri, del Creato?; un ripensamento del modello di sviluppo in cui le relazioni umane trovino le priorità nell’organizzazione del tempo e degli spazi di vita di ciascuno ma anche della collettività?; un rinnovato bisogno di spiritualità e di fede, più sincera e autentica?…
A Sant’Antonio chiediamo la conversione dei cuori affinché questo tempo di sofferenza sia anche tempo generativo e di rinnovata speranza.
Visto che la storica Processione del Santo quest’anno non si potrà svolgere sulle strade, la statua di Sant’Antonio sorvolerà i cieli di Padova a bordo di un elicottero militare. Una “prima” assoluta, legata alle norme anti-Coronavirus che non consentono assembramenti e che hanno portato all’annullamento della consueta processione.
Sorvolerà proprio i luoghi più significativi della carità di questi giorni: gli ospedali, le case di cura, le strutture per disabili e anziani. E noi con gli occhi all’insù rivolgeremo una preghiera e chiederemo una Grazia particolare.
Per noi, per le nostre famiglie, per la nostra Casa, la chiesa, per il mondo intero.