La Provvidenza – giugno 2021

EDITORIALE

Mai come quest’anno il pellegrinaggio dell’icona di “Maria Madre della Provvidenza” nei diversi nuclei della Casa è stato sentito e partecipato dal personale, dalle suore e soprattutto dagli ospiti. Forse sarà stato il mese di maggio particolare che ha alternato diversi giorni di pioggia a qualche spruzzata di sole disincentivando le passeggiate nel parco… Oppure, forse, è stata la speranza che questo momento pesante per tutti, ma ancor di più per chi è in difficoltà, possa essere davvero lasciato alle spalle a rendere la benedizione del reparto, e di chi lo vive, un momento molto atteso. Dal primo all’ultimo giorno le proposte e iniziative di ogni nucleo per celebrare nel miglior dei modi l’icona di Maria hanno fatto vivere momenti davvero belli e sentiti.

Ne è testimonianza in qualche maniera la volontà degli ospiti, coadiuvati dagli educatori di reparto, di mettere successivamente per iscritto le emozioni e i preparativi fatti, quasi a voler cristallizzare in qualche modo l’intenso momento vissuto. C’è stato chi ha creato un’icona da affiancare a quella ufficiale, un desiderio sorto ad alcuni ospiti che con carta, forbici, colla e pennelli in breve tempo hanno creato la loro immagine di Maria. Chi come Mario, di solito a suo agio con i pennelli, questa volta ha voluto scrivere e leggere una preghiera esternando in tal modo ciò che in questo particolare ha provato “con molta pazienza abbiamo attraversato questo lungo periodo di difficoltà in cui abbiamo perso molte persone a noi care, Beata Vergine prenditi cura di loro”. C’è chi ha organizzato e curato in particolar modo l’aspetto musicale durante la benedizione del nucleo e chi, di nuovo, ha lasciato traccia scritta dell’esperienza di quest’anno.

Ma se volentieri nel numero di giugno si riportano le emozioni provate durante il mese di maggio, non possiamo dimenticare che questo è il mese in cui ricorre la festa di sant’Antonio, caro a milioni di fedeli nel mondo e ancor più caro a noi in quanto ispiratore del fondatore della Casa, il vescovo Girolamo Bortignon. Nella rubrica “Sant’Antonio” abbiamo appena completato la descrizione e l’approfondimento dei nove altorilievi raffiguranti i miracoli di Antonio che adornano le pareti della cappella che ospita l’arca del Santo. La nuova serie di interventi viene aperta ora dal nostro vicedirettore don Roberto Ravazzolo che si sofferma efficacemente su come il vescovo Bortignon sia stato profondamente ispirato dal frate lusitano così da evidenziare come la stretta relazione tra “carità e fede”, fondamentale e ben sottolineata nei sermoni da sant’Antonio, diventi per il vescovo Girolamo motto episcopale. È il motto “Caritas cum fide” che, non a caso, campeggia sulle mura della nostra Casa e lancia un messaggio sempre attuale di unità tra fede e amore, tra preghiera e vita.