LA PROVVIDENZA – LUGLIO/AGOSTO 2022

EDITORIALE

Nel recentissimo viaggio in Canada abbiamo visto Papa Francesco salire in aereo seduto sulla sedia a rotelle: non è la prima volta ma, diciamolo, fa un certo effetto. I noti problemi al ginocchio che lo accompagnano costantemente e in maniera sempre più fastidiosa l’hanno costretto anche a rimandare con grande rammarico il viaggio pastorale in Africa, ma, dispiacere a parte, Francesco sembra non fare caso a questo doloroso problema. Ebbene quella carrozzina, usata e mostrata senza vergogna dal Papa, è un fatto non di poco conto. Il capo della Chiesa usa senza alcun imbarazzo un mezzo, la carrozzina, che per antonomasia è simbolo della disabilità e questo in una società che fa di tutto per eliminare ogni accenno alla sofferenza e idolatra il corpo perfetto e iper-efficiente.

La Chiesa anche su questo si mostra molto attenta e vicina alla vita reale. Tutti ricordiamo Giovanni Paolo II sofferente di Parkinson aggrapparsi al suo pastorale con tutte le forze per continuare, quanto più possibile, a guidare la Chiesa; e come, provato dalla malattia, tentava tra mille fatiche di parlare dalla finestra in piazza San Pietro ai fedeli radunati. Non si vergognava di mostrare i limiti dell’uomo, la sofferenza anche grande causata dalla malattia. E così Papa Bergoglio, che non esibisce la carrozzina, ma la usa. Se gli è necessaria per poter salire sull’aereo e affrontare il suo trentasettesimo viaggio apostolico, la usa e non se ne vergogna.

Questa immagine è un messaggio chiaro, dirompente e controcorrente. Il personaggio pubblico, il politico, ma anche il manager o l’attore, hanno l’obbligo di star bene, di essere sempre in forma anche nonostante l’età, evitano di mostrarsi imperfetti. Fa riflettere che essi non possano mostrarsi “umani” alle prese con piccole difficoltà con cui convivere. Si ritiene che la gente possa aver meno fiducia in un suo rappresentante non al top; la logica corrente è pronta a insinuare il dubbio che anche una piccola malattia scalfisca l’efficienza e la dignità dell’uomo; e i mass media non fanno alcun tentativo di smontare questa idea fuorviante. La Chiesa invece attraverso i suoi massimi esponenti mostra come la malattia, qualsiasi malattia (da un problema al ginocchio al parkinson), non inficia minimamente la dignità della persona né la missione che questa è chiamata a svolgere. Al pari dei due papi, ci sono tantissimi pastori che non si vergognano di guidare il gregge pur con piccoli e grandi acciacchi e sono esempio e segno di speranza per tante persone.

La Chiesa “ospedale da campo”, con i suoi pastori che non hanno paura di mostrarsi acciaccati, è ancora una volta profetica: le barriere mentali, non architettoniche, le ha già abbattute e ancora una volta mostra la strada da seguire per “servire Cristo nei fratelli” sempre e comunque.