LA PROVVIDENZA MAGGIO 2023

LA PROVVIDENZA – MAGGIO 2023

Pochi, al di fuori degli addetti ai lavori, hanno la costanza e l’interesse di seguire le attività che Papa Francesco svolge durante la settimana. La mole di udienze e incontri, di celebrazioni e visite che il vescovo di Roma ottantaseienne, pur gravato da qualche acciacco fisico, riesce ad adempiere è a dir poco sorprendente e certo smentisce la credenza che fare una vita da papa significhi condurre una vita oziosa, tranquilla e comoda.  Esclusi quelli di indirizzo cattolico, i mezzi di comunicazione riferiscono solo degli incontri più mediatici o politicamente più importanti. Da questo punto di vista i nostri lettori sono fortunati in quanto con costanza e preparazione mons. Mario Morellato, nella sua rubrica “La Chiesa ci parla”, riprende e sviscera i pensieri, le parole o gli scritti di Papa Francesco.

Questo lungo preambolo vuole portare a un importante, per noi, discorso tenuto dal Santo Padre ai membri dell’Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari (ARIS), associazione a cui anche l’OPSA aderisce. Salutando i convenuti, Francesco ha innanzitutto ricordato la storia quasi millenaria della “sanità religiosa” e la sua vocazione precipua di stare sulle frontiere del bisogno (è dato storico, per quanto poco ricordato, che i primi ospedali che prestavano attenzione ai più deboli ed emarginati sono sorti grazie alla Chiesa) per poi soffermarsi e denunciare il pericolo reale della “povertà di salute”. Per molti questo spettro si manifesta attraverso il pagamento del ticket, a causa del costo elevato dei medicinali, e le lunghe, lunghissime liste d’attesa per le visite specialistiche, oltre alla crescente necessità di garantire quelle cure intermedie che gli ospedali, focalizzati sulla fase acuta della malattia, non riescono più ad assicurare. Ecco come si materializza la “povertà di salute”.

Ogni persona malata è per definizione fragile, povera, bisognosa di aiuto ma chi ha i mezzi economici ha maggiori possibilità di accedere alle cure, ha ricordato Papa Francesco. Qui è scattato il richiamo ai fondatori dei diversi ospedali e strutture socio-sanitarie (come l’OPSA), domandandosi come oggi si comporterebbero! Ha ricordato che la missione principale delle strutture religiose è di prendersi cura di coloro che sono scartati dall’economia sanitaria e da una certa cultura contemporanea e qui il pensiero non può che correre al nostro fondatore mons. Girolamo Bortignon e alla sua idea profetica meditata sulla tomba di Sant’Antonio quasi settant’anni fa. Papa Francesco però non guarda solo indietro ma dice testualmente: Non temete di percorrere strade nuove.

L’OPSA fa suo l’invito del Papa a progettare nuove direttrici di marcia per restare al passo con i tempi che cambiano e per dare risposte alle nuove e più subdole fragilità che avanzano, conscia che “Servire Cristo nei fratelli” non è un semplice motto ma è uno dei princìpi fondanti della Casa. Questo impegno ci permette di farci trovare sempre in prima linea anche di fronte a nuove fragilità quali gli anziani con disabilità o persone con disabilità accompagnate da comportamenti problematici e tante nuove situazioni a cui “dare casa” nella nostra Casa.