EDITORIALE
Quando la mattina del 19 marzo del 1960 con l’arrivo dei primi nove bambini iniziò l’attività dell’Opera della Provvidenza Sant’Antonio chissà se, al termine della semplice ma sentita cerimonia d’apertura, il vescovo di Padova Girolamo Bortignon pensava d’aver compiuto qualcosa di importante, qualcosa di incredibile… Probabilmente no. Il carattere austero, rigoroso, sobrio ma sempre benevolo che lo ha contraddistinto probabilmente gli fece pensare di aver fatto ciò che doveva essere fatto da un vescovo che, al termine della visita pastorale lungo tutta la diocesi, si era trovato davanti tantissime persone e bambini con gravi disabilità; uomini e donne alle quali, al tempo, erano negati non solo la cura e il sostegno ma persino la dignità di esseri umani.
Oggi, a sessant’anni inizio, possiamo davvero godere di ciò che nel tempo è stato prima ideato, poi costruito e quindi ampliato e fatto crescere con cura e con cuore; possiamo gioire di quante persone in questo lungo periodo hanno riconquistato una dignità, di tante barriere che in tutti questi anni, grazie all’Opera della Provvidenza, sono state abbattute! Lasciamo ai lettori la possibilità di apprezzare la bellezza e la rilevanza del nostro 60° anniversario attraverso le interviste e gli interventi all’interno di questo numero speciale.
Qui invece preferiamo dare rilievo a un gesto importante compiuto dal vescovo Girolamo: la scelta di andare a pregare sulla tomba di Sant’Antonio per capire attraverso la preghiera il da farsi. Quella grande idea, concretizzatasi il 19 marzo 1960, ebbe luce la sera del 2 luglio 1955 quando la confidò ad un suo collaboratore, don Francesco Frasson, e fu davvero un qualcosa di importante, di profetico. Ecco allora evidenziarsi uno dei grandi insegnamenti che mons. Bortignon ci ha lasciato: il fare, anche il fare bene, deve essere sempre preceduto, supportato, affiancato dalla preghiera, dalla continua preghiera, da quella preghiera che significa affidarsi pienamente e aver fiducia in Dio.
La Preghiera, assieme alla Fede, alla Carità e alla Fiducia nella Provvidenza, è uno dei cardini sui cui si basa l’Opera della Provvidenza; certo, non è l’unico ma è fondamentale. Può sembrare un discorso datato, di epoche lontane, e invece è una prima lezione che anche mons. Francesco Frasson, allora giovane sacerdote incaricato di coordinare il progetto dell’erigenda Casa e poi per 35 anni Direttore della medesima, desiderava sempre ricordare nei suoi discorsi e anche nei suoi scritti. Quella preghiera sulla tomba del Santo è paradigmatica dell’atteggiamento di affidamento a Dio, altrimenti anche una grande struttura come la nostra non reggerebbe a lungo perché in realtà le cose non le facciamo noi, ma Dio quando glielo chiediamo, e basta una piccola fede in un grande Dio per fare grandi cose.
Tornando all’importante anniversario della nostra Casa, è grande la felicità di tutti per questi sessant’anni al servizio dei fratelli più sofferenti in quanto è un grande privilegio umano e una grande grazia spirituale poter essere anche piccole tessere di questo grande mosaico che è l’Opera della Provvidenza. Il Signore ci benedica e accompagni per tanto tempo ancora.