EDITORIALE
Le notizie positive, sappiamo, spesso non bucano il video, non passano facilmente sui mass media in quanto nel mondo della comunicazione vige la massima “Fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce” e così, da sempre, cronaca nera e sensazionalismi la fanno da padroni. A volte però, se sono curiose e accattivanti, anche le buone notizie arrivano sotto i riflettori della cronaca.
Noi e i lettori de “La Provvidenza” abbiamo la fortuna di poter costantemente cogliere e commentare notizie belle, positive riguardanti i nostri ospiti che, grazie a educatori, personale addetto all’assistenza, volontari, raggiungono mete, luoghi interessanti e feste: e la cosa ci sembra assolutamente “normale”. Nei numeri estivi solitamente li possiamo vedere immortalati in acqua al mare o in montagna, mentre durante l’anno li fotografiamo a visitare mostre o assistere ad avvenimenti sportivi. In questo numero, ad esempio, proponiamo la bella uscita a uno zoo-safari, vicino ad animali sempre visti solo alla tv o nei libri. Cerchiamo, insomma, di offrire (e documentare) momenti di felicità e serenità.
Ma se una bella notizia riguardante il mondo della disabilità è plausibile o più ovvia in una realtà come la nostra, quello che è successo a luglio in Spagna è davvero particolare. Durante il Resurrection Fest di Viveiro (100mila persone in tre giorni di concerto di musica metal al massimo volume) sono stati ribaltati alcuni stereotipi con un’immagine davvero meravigliosa: Alex, un ragazzo con paralisi cerebrale, è stato immortalato mentre una marea di giovani ha innalzato la sua carrozzina per lungo tempo affinché potesse godersi in maniera ottimale il concerto del suo gruppo preferito, una band di musica estrema, gli Slipknot. Il momento “immortalato” non è soltanto stupendo per il ragazzo disabile, a cui è stata concessa la possibilità di assistere al concerto nel migliore dei modi, ma è stato positivo anche per tutti coloro che hanno garantito al ragazzo di godere di un’esibizione che difficilmente dimenticherà. Il fatto ancor più bello è che questo gesto spontaneo di tantissimi giovani non è accaduto a una manifestazione o in un luogo dove si presume che l’attenzione per i più deboli sia la priorità ma in un raduno di persone che normalmente vengono additate come lontane anni luce da certe sensibilità, dove si pensa regnino unicamente il desiderio di birra e musica distorta a livelli da rompere i timpani. E invece no, la bellezza e freschezza di questa notizia è che, anche dove meno uno se lo possa aspettare, si constata l’attenzione per chi, pur in difficoltà per patologie fortemente invalidanti, desidera vivere quanto più normalmente possibile.
Insomma una doppia bella novità: finalmente anche una buona notizia con tanto di foto simbolo è balzata agli onori della cronaca e, come si dice oggi, è diventata “virale”; e soprattutto, la consapevolezza che la sensibilità verso chi soffre viene alla luce, come un fiume carsico, dove e quando meno te l’aspetti, anche fra migliaia di sudati metallari.