LA PROVVIDENZA – SETTEMBRE 2021

EDITORIALE

Ripartenza è un termine derivato dal mondo del calcio che, entrato nell’uso comune, ha soppiantato, speriamo definitivamente, il vocabolo “quarantena”. I mass media lo usano ormai in ogni ambito: economico, politico, scolastico, turistico. Anche da noi all’Opera della Provvidenza la ripartenza con il suo carico di speranza ha fatto capolino quest’estate.

Abbiamo più volte sottolineato la bravura, la pazienza, la pacatezza dei nostri ospiti durante quest’anno e mezzo di pandemia a dimostrazione che da tutti è possibile trarre insegnamento anche nelle situazioni più difficili. È noto che una delle criticità maggiori è stata, come in tutti i luoghi protetti, l’impossibilità degli incontri con i familiari. Appena consentite dalle autorità competenti, anche da noi le visite dei familiari sono ripartite, secondo i prescritti protocolli, e questa gradita ripartenza è avvenuta con gradualità ormai da un po’ di tempo. Grazie al cielo oggi, al netto di vaccinazioni e lasciapassare, le visite hanno una modalità meno distaccata e già questo fatto è stato per gli ospiti di vitale importanza sotto molti punti di vista (è doveroso sempre ricordare che le persone in istituto e i loro familiari hanno pagato un prezzo altissimo in termini di legami affettivi a causa di questa pandemia). Lentamente ripartire con una carezza, con un sereno stare a fianco è gioia, è commozione, è ridare senso alla vita. Questa ripresa degli incontri fra ospiti e familiari è forse la ripartenza più bella, fondamentale per il bene e la gioia di tutti.

Ma l’estate, dopo quasi due anni di stop, ha visto un’altra ripartenza di non poco conto: quella delle uscite all’esterno della struttura, uno dei punti importanti e qualificanti l’offerta educativa della Casa. Le “gite” erano molto attese dagli ospiti e nei due mesi estivi abbiamo avuto la possibilità di raggiungere rilassanti mete, tanto che la nostra amica Marta non ha mancato di ricordarlo nel suo “diario”.

In qualche modo ci parla di ripartenza anche mons. Mario Morellato proponendo alcuni spunti assolutamente interessanti per il futuro dell’Opera, tra i quali ne evidenziamo due. Innanzitutto il desiderio e la necessità di riattivare le relazioni con parrocchie, gruppi di iniziazione cristiana, gruppi giovanili, scuole, gruppi di preghiera e di volontariato mantenendo vivo e forte l’invito: ristabilite i contatti con l’OPSA. Poi un desiderio-proposta in relazione con un anniversario importante per l’Opera, ossia i 65 anni della posa della prima pietra ad opera del card. Roncalli (il futuro San Giovanni XXIII), il 23 ottobre: chiedere al Vescovo diocesano, secondo i poteri che il Codice di Diritto Canonico gli conferisce, di elevare la chiesa dell’Opsa a Santuario della Madonna della Provvidenza in quanto, oltre a essere la chiesa dei nostri ospiti, ha il dono di contenere l’icona di Maria Madre della Provvidenza, opera del maestro Michelini.

Anche in questo tempo della vita non mancano motivi per essere fiduciosi, nella certezza che la “Provvidenza” mai dimentica chi quotidianamente va incontro a “Christo in fratribus”, impegnandosi a servire Cristo nei fratelli.