Lo scorso venerdì 4 ottobre abbiamo celebrato all’OPSA la festa di san Francesco: una giornata perfetta per inaugurare la nuova terracotta di Romeo Sandrin, ma non solo.
La celebrazione eucaristica del pomeriggio è stata l’occasione più favorevole per ricordare mons. Francesco Frasson, co-fondatore e primo direttore del’OPSA, e per celebrare il servizio delle nostre suore che appartengono alla grande famiglia delle Francescane Elisabettine, Francescane Clarisse e Francescane di San Luigi Gonzaga.
Al termine della celebrazione abbiamo ufficialmente svelato la nuova opera dello scultore Romeo Sandrin, una terracotta che rappresenta le sette Opere di Misericordia spirituale e che è stata installata a fianco della terracotta gemella che raffigura le sette Opere di Misericordia corporale.
Il senso delle Opere di misericordia spirituale
L’abbiamo già ricordato in occasione dell’inaugurazione delle Opere di misericordia corporale: l’arte è un veicolo fondamentale per ribadire i motti della nostra Casa (Caritas cum fide, Christo in fratribus, Il bene, che opera!) . In questa opera, le sette sequenze delle opere di misericordia spirituale si aprono a raggiera e sono abbracciate da san Leopoldo beneficente in alto. Alle sue spalle un grande arcobaleno ricorda la pace e fa da ponte tra oriente e occidente.
Le nuove vetrate progettate dall’artista Fernando Michelini
La nostra chiesa è stata ulteriormente arricchita di recente con le prime nuove vetrate progettate dall’artista Fernando Michelini e realizzate con materiali preziosi (vetri soffiati policromi) dall’arte vetraria della ditta Riato Gianfranco e figli.
Il tema che viene sviluppato nel progetto delle vetrate è, in primis, quello del cantico del Te Deum cui segue il salmo Laudate Dominum. Per il Te Deum si inizia con le 18 vetrate della parete nord, si prosegue con le 19 della parete nord-est per arrivare quindi alle 13 della parete sud e a 9 vetrate della parete sud-ovest. Per il Laudate Dominum vengono utilizzate le restanti 5 vetrate della parete sud-ovest.
Stilisticamente il complesso richiama il mosaico absidale cui pare collegarsi in maniera organica attraverso l’uso continuo del triangolo, elemento costruttivo delle diverse scene, oltre che attraverso una gamma di colori, di forte impatto in ogni momento della giornata e con qualsiasi condizione metereologica esterna.
La nostra chiesa sta sempre di più accogliendo nuove opere d’arte che aiutano ed arricchiscono il racconto della nostra Opera; l’auspicio è che davvero, insieme alla fruizione estetica di “cose gradevoli e belle” perché “la bellezza intorno a noi è indispensabile”, queste opere d’arte possano anche essere “esortazione alla preghiera” e “sollecitazione alla fede”.