Per una struttura residenziale dedicata alle fragilità, per chi ci lavora e per chi ci vive, il ritorno alla normalità dopo la fase emergenziale della pandemia da Covid-19 è stato necessariamente per gradi e più lungo. Sono passati 5 anni dal 21 febbraio 2020, quando in Italia, e proprio nella nostra provincia, si è registrata la prima vittima del nuovo virus: un anniversario tondo, che ha spinto l’OPSA a promuovere al suo interno un bilancio sia sul piano professionale che personale. E, per significative coincidenze, avviare in questi giorni con fondi regionali il progetto IN CON-TATTO, che ha fra le sue motivazioni proprio il superamento definitivo degli “strascichi” della pandemia in termini di opportunità di relazioni e contatti sociali per gli Ospiti, sia dell’Area disabilità che dell’Area anziani.
Pandemia: il bilancio e la riflessione interna
Come le altre strutture residenziali, anche OPSA è stata travolta nel 2020 dal Covid-19: una malattia nuova, che doveva essere curata mentre contemporaneamente la scienza cercava “la” cura, con un aggiornamento costante dei protocolli per contenere i contagi. Un lavoro quotidiano di organizzazione e riorganizzazione che ha visto tutto il personale coinvolto, dalle figure sociosanitarie in prima linea a quelle amministrative a supporto, al personale impegnato nei servizi generali e di economato. E i numeri, letti a distanza di tempo, sono lusinghieri sull’operato della struttura, che conta 600 Ospiti e 590 collaboratori: dal 2020 al 2023 gli episodi di contagio tra gli Ospiti sono stati 660 con 24 deceduti per cause concomitanti al Covid-19, 703 i contagi invece tra il personale. Da segnalare, poi, che da inizio 2021 a inizio 2022 (in una delle fasi più acute del periodo di emergenza) sono state garantite 9.272 visite familiari tra Area disabilità e Area anziani. Grazie, inoltre, alla presenza interna del Poliambulatorio specialistico, la “macchina” dei tamponi e delle vaccinazioni ha funzionato a pieno ritmo sia per gli Ospiti che per i collaboratori: in totale i tamponi eseguiti da fine 2020 a fine 2023 sono stati 132.644, le vaccinazioni anti-Covid 4.122 (il numero include anche i booster).
Di certo la pandemia ha lasciato un segno ma, a distanza di tempo, OPSA riflette piuttosto sulla lezione ricevuta: «È stato un periodo terribile, non lo si può negare – esordisce don Roberto Ravazzolo, direttore generale arrivato, peraltro, all’OPSA da fine 2020 – ma abbiamo imparato che una buona organizzazione nella prevenzione garantisce la vita, e OPSA è stata molto forte e collaborativa. Pur nell’affaticamento generale, nessuno si è tirato indietro. Io ho visto ogni giorno impegno, dedicazione e grande senso di responsabilità».
«La prima lezione che abbiamo appreso dalla pandemia sicuramente è la presa di coscienza di come siamo tutti interdipendenti, e per “tutti” non intendo solo i diversi professionisti sanitari, ma tutte le figure che qui lavorano», prosegue il direttore sanitario dott. Domenico Rossato: «Credo che il Covid abbia tirato fuori energie e risorse quasi insospettabili: quando non c’era ancora nessun tipo di cura, ma ci si prendeva cura lo stesso con efficacia, abbiamo imparato un nuovo modo di esercitare la presa in carico, non solo sanitaria, che ci fa sentire anche un po’ orgogliosi di quello che abbiamo tirato fuori da noi stessi, professionalmente e umanamente. Tutti ricordiamo la grande fatica ma, proprio per aver passato tutte queste prove, siamo oggi persone diverse e, personalmente, penso anche migliori».
«La pandemia ha rappresentato una sfida emotiva e operativa che ha messo alla prova ciascuno di noi in termini di resilienza, capacità organizzativa e umanità» aggiunge la direttrice socioassistenziale dott.ssa Elisabetta Bellinello: «È stato necessario un impegno straordinario, e ciò che ha fatto la differenza è stata la capacità di lavorare insieme, con dedizione e disponibilità, per sostenere e dare sicurezza agli Ospiti e alle loro famiglie in un momento così doloroso e difficile. La pandemia ci ha insegnato che, oltre alle competenze professionali, diventano decisivi l’amore per il nostro lavoro e la capacità di essere affettivamente presenti in ogni singolo gesto. La forza di una comunità si misura anche nei momenti di grande difficoltà, e noi l’abbiamo trovata nella nostra unione e nella volontà di non far mai mancare un sorriso e un sostegno a chi ne aveva più bisogno».
Come segnale che anche OPSA mette finalmente un punto al “tema Covid-19”, la Direzione ha deciso di eliminare un ultimo passaggio a esso legato: in modo significativo, proprio a partire dal 21 febbraio 2025 non sarà più necessario effettuare un tampone per i nuovi ingressi in struttura di Ospiti, né per i rientri dopo un periodo trascorso in famiglia.
Parte il progetto IN CON-TATTO: relazioni e territorio
Uno degli elementi della mission dell’OPSA è l’inclusione sociale delle persone fragili che in essa vivono. Ciò significa apertura, relazioni e attività con il tessuto sociale del territorio, aspetti questi che gli anni della pandemia hanno fortemente limitato e che, dalla fine dell’emergenza, sono stati ripresi gradatamente. Ma quest’anno arriva il progetto IN CON-TATTO a dare un’accelerata a questo percorso, mettendo ancora di più in rete l’Opera della Provvidenza con le istituzioni e le associazioni a essa vicine. Il progetto, del valore di 30.000 euro, è finanziato per l’80% dalla Regione Veneto con la DGR 493/2024 e, dopo la fase iniziale di organizzazione, parte con le prime attività in questi giorni e durerà per tutto il 2025.
IN CON-TATTO si propone di promuovere l’inclusione sociale attraverso attività di stimolazione sensoriale, che diventano relazione tra chi vi partecipa e con l’ambiente circostante: in tutto saranno coinvolti 110 Ospiti dell’OPSA (80 dell’Area disabilità e 30 dell’Area anziani) con diversi livelli di fragilità. Nel concreto sono previste attività di movimento creativo e pet therapy, che si terranno all’Opera della Provvidenza e in altre sedi, con laboratori dedicati sia agli Ospiti sia aperti anche ad altri partecipanti. Quest’anno, quindi, OPSA collaborerà con la scuola di danza Scarpette Rosse di Rubano, l’associazione Happy Pet di Camisano Vicentino e la cooperativa La città degli Asini di Polverara, con la scuola primaria Leonardo Da Vinci di Rubano e con la cooperativa la Bottega dei Ragazzi che cura il calendario degli eventi del Parco etnografico di Rubano. La prima attività a partire, venerdì 28 febbraio, è il laboratorio di movimento creativo al centro diurno San Raffaele di Casa Madre Teresa di Calcutta dell’OPSA, frequentato da persone con decadimento cognitivo in fase iniziale. Informazioni dettagliate sul progetto sono qui: https://www.operadellaprovvidenza.it/progetti-finanziati/
Io sono con te, presentazione il 6 marzo alle 14.30
L’esperienza altrui come specchio della propria: nasce da questa idea l’invito della Direzione a don Marco Galante e Sara Melchiori a venire all’OPSA a presentare Io sono con te – Un prete in corsia, scritto a quattro mani e uscito lo scorso anno. Il libro raccoglie l’esperienza di don Marco, in servizio all’Ospedale di Schiavonia durante la pandemia: una presenza di ascolto, conforto e preghiera per i malati e per il personale ospedaliero, un vissuto che, di pagina in pagina, diventa occasione per ricordare che nessuno mai dovrebbe trovarsi solo di fronte al dolore, alla paura, alla morte. Gli autori saranno all’OPSA giovedì 6 marzo, alle 14.30: l’incontro è dedicato ai collaboratori dell’Opera della Provvidenza, ma è aperto anche al pubblico esterno.