Sono stati quattro giorni intensi di incontri, emozioni e, certamente, buon cibo condiviso nel villaggio gastronomico. In questo articolo vi raccontiamo com’è andata in Prato della Valle dal 20 al 23 giugno
Per un bilancio completo dell’edizione 2025 di OPSA in Prato ci vorrà ancora un po’ di tempo ma, a distanza di pochi giorni dalla conclusione della manifestazione, vogliamo condividere un racconto di come si è effettivamente dipanato il programma che avevamo preparato (illustrato qui nel dettaglio). Di certo per noi di OPSA, e per tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell’evento, quelli dal 20 al 23 giugno in Prato della Valle sono stati giorni molto intensi, ricchi di emozioni e, ammettiamolo, di stanchezza. Una fatica sana, però, in cui abbiamo condiviso, instaurato o rinsaldato amicizie e relazioni.
OPSA in Prato: il villaggio gastronomico
Al villaggio gastronomico di OPSA in Prato si mangia bene: bisogna dirlo. La squadra formata dalla Confraternita dei Bigoi al Torcio di Limena, Mazzucato Group e Birra Antoniana ha di nuovo garantito pranzi e cene da leccarsi i baffi tra ristorazione, con bigoli e pesce come piatto forte, e paninoteca. Un doveroso ringraziamento ai 200 volontari, che da venerdì a lunedì hanno prestato un servizio impeccabile. Un ringraziamento particolare anche ai volontari che hanno partecipato sin da mercoledì 18 all’allestimento del villaggio.
Linfa vitale… uno spettacolo emozionante
Stupore, magia, anche qualche lacrima: così il pubblico ha accolto lo spettacolo Linfa vitale, che ha inaugurato OPSA in Prato venerdì 20 alle 18 allo Studio Teologico della Basilica del Santo, e che costituiva il momento finale di restituzione del progetto “Teatro dei Cristalli”. Assistere alla performance dei nostri Ospiti con gli studenti del Liceo Galilei, vedere la grazia e la convinzione con cui tutti, guidati dalla formatrice di DanceAbility Stefania Limena, hanno portato in scena quel “giardino del possibile” annunciato dalla regista Maria Cinzia Zanellato, è stato a dir poco emozionante. Anche dal breve dibattito che è nato al termine dello spettacolo è stato chiaro che questa esperienza ha gettato le basi per un progetto da coltivare anche in futuro.
Il filone musicale degli eventi di OPSA in Prato
Ogni giorno a OPSA in Prato la musica è stata protagonista, e su sette momenti ben tre sono stati “made in OPSA”. Per la Andamento Lento Band e l’Orchestra di Cartone si è trattato di un ritorno in Prato della Valle, in cui le due formazioni non hanno mancato di riversare tutta la loro energia, consapevoli del fatto che entrambi i progetti sono ampiamente attesi e riconosciuti.
Un grande successo ha riscosso anche la presentazione, sabato alle 18, de Il juke-box dei miei ricordi, il libro scritto da Lorenzo Pedron, Ospite nel Nucleo Secondo San Giovanni, nell’ambito del progetto di musicoterapia individuale condotto dal musicoterapeuta dell’Area disabilità Andrea Pomarolli.
Lorenzo, che vive all’OPSA dal 1969 (aveva 12 anni), tramite 33 canzoni e i ricordi suscitati dal loro ascolto ha raccolto in questo libro episodi salienti della sua vita, ma anche profonde riflessioni sulla società, con uno sguardo non banale su oltre 60 anni di storia. Lorenzo, di carattere inizialmente timido, è stato molto felice di condividere con il pubblico presente il suo libro, fresco di stampa (è uscito a maggio), in cui ha riversato non solo la sua profonda cultura musicale, ma tutta la sua sensibilità. L’idea di trasformare il percorso di musicoterapia in un libro, ha raccontato, «è venuta perché me l’aveva chiesto mia mamma. Mi diceva che avrei potuto scrivere un libro… e l’ho fatto. E, se posso dirlo, ne sono orgoglioso».
A OPSA in Prato hanno, inoltre, partecipato i Civico 23, la Supersonic Band con le Majorettes di Tombelle,i Folkstudio, il duo Giulio Gavardi e Rosa Emilia Dias e il coro Corollario: tutte formazioni che hanno proposto generi diversi, arricchendo così di giorno in giorno la nostra manifestazione.
La Giornata dello sport inclusivo a OPSA in Prato
Il secondo filone “forte” di OPSA in Prato ha riguardato lo sport “per tutti”, al quale abbiamo dedicato l’intera giornata di domenica 22 giugno, che ha visto partecipare anche l’assessore allo Sport del Comune di Padova Diego Bonavina. Il titolo completo era “Giornata dell’attività motoria e sportiva adattata e dello sport inclusivo”: con la collaborazione di molte realtà associative del nostro territorio, abbiamo creato per i nostri Ospiti (tornati a Casa poi stanchi ed entusiasti) e per la cittadinanza la possibilità di provare molte specialità.
Obiettivo 3, associazione fondata da Alex Zanardi che supporta le persone con disabilità nell’avviamento allo sport, e Damiano Marini, atleta paralimpico di handbike, hanno fatto provare le handbike. In due momenti diversi, inoltre, Damiano e Laura Morato, atleta Fispes di corsa in carrozzina (ma ex giocatrice di basket in carrozzina ed ex specialista di canottaggio paralimpico) hanno condiviso la loro esperienza di persone e atleti con una disabilità acquisita, e il loro rapporto con lo sport. L’associazione Anziani di Rubano, con cui OPSA già collabora, ha fatto una dimostrazione di bocce, mentre al pomeriggio l’associazione Orange Bowl ha spiegato la disciplina, poco conosciuta, della boccia paralimpica: vi sono, qui, regole così precise che la rendono uno sport pienamente inclusivo e volendo, in un contesto non agonistico, “paritario”. Con l’associazione Padova Orienteering l’intero Prato della Valle si è trasformato in “campo da gioco” per squadre formate da persone con e senza disabilità, e l’associazione Tennis Tavolo Sarmeola ha illustrato come questo sport possa essere praticato da tutti.
Un ringraziamento particolare va alla prof.ssa Erica Gobbi, docente di Integrazione delle persone con disabilità nell’attività motoria nel corso di laurea in Scienze motorie dell’Università di Padova, che ha partecipato alle tavole rotonde del mattino e del pomeriggio. Nel suo contributo la docente ha illustrato come l’attività fisica, al di là di ogni definizione e scopo (pur necessari per inquadrare gli opportuni percorsi), sia alla base del benessere psicofisico di chiunque.
A fine giornata ci siamo resi conto che la giornata di domenica è stata un’occasione unica non solo per far incontrare importanti realtà del territorio che ogni giorno operano con e per la disabilità, ma anche per iniziare un dialogo e una collaborazione che può portare a buoni frutti anche nel futuro, con OPSA nel ruolo di collettore e collaboratore.
Una squadra di Creatori di speranza
OPSA in Prato è un’avventura che ha visto il contributo, il sostegno e la collaborazione di tantissimi soggetti. A partire dal Comune di Padova, che anche quest’anno ha creduto in noi. E il Giugno Antoniano, che ci ha accolto ancora una volta fra le proprie iniziative.
Un grande grazie, quindi, a Mazzucato Group, Confraternita dei Bigoi al Torcio di Limena, Birra Antoniana, Idrothermos, Opere Edili, Piovan Impianti Srl, Caffè Diemme, BAAP Bergamaschi, Nuova FNT, Gruppo DAC, Ciokkolatte, SAP Srl, Azienda Agricola Scacco, Formiamo Impresa Sociale Srl, Imprimenda Srl, Cooperativa Solidarietà, SESA Spa, IDEAstand Srl, Gruppo Arcobaleno CTG, Comune di Rubano con il progetto “Ci sto? Affare fatica!”, ACVR, Lions Club, Distretto Florovivaistico Saonara, Teatro Antonianum, Vigneto dei Salumi e Vinappeso.
Grazie anche ai rappresentanti di enti, istituzioni e associazioni che sono venuti a sostenerci con la loro presenza: Diego Bonavina, assessore allo Sport del Comune di Padova; Enrica Sartori del Gabinetto del sindaco del Comune di di Padova; la nostra sindaca di Rubano Chiara Buson; mons. Giuliano Zatti, vicario generale della Diocesi di Padova; Silvana Bortolami, coordinatrice Rete “Utenti per caso”, e molte delle associazioni che fanno parte della rete; Claudia Frizzarin, disability e diversity manager e organizzatrice di This Ability.
Nel presentare la manifestazione, il nostro direttore generale don Roberto Ravazzolo aveva detto: «La seconda edizione di OPSA in Prato ha come tema la speranza perché, cogliendo lo spunto del Giubileo, riteniamo importante portare l’attenzione sul gesto generativo e audace del seminatore, il quale sa che il frutto non è garantito e, soprattutto, non è immediato, ma se non semina è certo che non ci sarà raccolto». E aveva anche aggiunto: «In Prato della Valle, in modo leggero, vogliamo accendere i riflettori sul tanto bene che opera a favore delle persone fragili e dei loro familiari, grazie al lavoro quotidiano di una moltitudine di enti e istituzioni. L’andare in piazza non è ricerca di visibilità o di riconoscimenti: si tratta piuttosto di affermare la valenza politica del lavoro sociale».
Un grande grazie, quindi, a tutti coloro che sono venuti in Prato a farci visita e a conoscere un po’ di più la nostra Casa. Speriamo di aver lasciato un seme.