Vi raccontiamo com’è andata OPSA in Prato 2024

Ci siamo presi un po’ di tempo per far decantare tutte le emozioni dei quattro giorni di OPSA in Prato a giugno: per l’Opera della Provvidenza è stata una grande sfida organizzare un evento che coinvolgesse l’intera cittadinanza attorno all’idea di “im-perfezioni di qualità”, idea che la nostra struttura vive quotidianamente. In questo articolo vi raccontiamo com’è andata attraverso qualche numero e foto.

Oltre 1.500 piatti di bigoli al villaggio gastronomico di OPSA in Prato 2024

Per quattro giorni, tutte le sere e il sabato e domenica anche a pranzo, dal momento dell’aperitivo fino a tarda ora, il villaggio gastronomico di OPSA in Prato ha offerto primi (con porzioni molto abbondanti!) con i bigoli preparati al momento dalla Confraternita dei Bigoi al Torcio di Limena e i secondi di pesce selezionati da Mazzucato Food and Service. In quattro giorni abbiamo preparato 1.572 piatti di bigoli! 

Un lavoro incessante, quello della cucina e della gestione dell’area food, che ha visto impegnati professionisti del settore e 200 volontari, per un totale di 1.500 ore di volontariato impiegate nella gestione di OPSA in Prato. E ha offerto anche momenti di spettacolo grazie alla goliardia dei “bigolari” che hanno cantato canti tradizionali per darsi il ritmo al torchio. Il dirin din din dell’”Uva Fogarina” ancora risuona nelle orecchie… 

Al villaggio gastronomico era presente anche un gazebo OPSA, dove abbiamo potuto dare informazioni sull’Opera della Provvidenza e consegnare le SorPRENDIMI bag a chi faceva una donazione. Per molti è stata davvero una sorpresa aprire il sacchetto e trovare una vera e propria spesa! I prodotti contenuti (food e non food) sono stati donati da molti partner proprio per OPSA in Prato

Sette cooking Show sul “recupero” di cibi… e di tradizioni 

OPSA aveva chiesto agli chef coinvolti nei cooking show di seguire il nostro tema della “im-perfezioni di qualità”, e di ragionare nelle loro proposte anche sui concetti di “recupero” e “sostenibilità”. Ma questi grandi professionisti hanno portato idee, ricette, consigli che si sono rivelati anche un invito a conoscere e a recuperare le tradizioni e, soprattutto, il piacere di cucinare.

Con Cristina Biollo, il primissimo evento inaugurale di OPSA in Prato giovedì 20, la parola d’ordine è stata “improvvisazione”: Cristina è andata nella cucina del villaggio gastronomico e, con gli ingredienti recuperati (principalmente verdure), ha proposto una carrellata di prime preparazioni dando poi indicazioni di diversi metodi di cottura, presentazione o abbinamento. Dalla parmigiana, all’insalata con combinazioni che non ti aspetti, a tartine dai colori e profumi intensi.

Cristina Biollo a OPSA in Prato 2024

Stefania Autuori di Spazio Autuori (venerdì 21) ha raccontato e mostrato al pubblico la sua filosofia di valorizzazione di quel che abitualmente scarteremmo dalla lavorazione dei cibi, proponendo due salse vegetali per piatti freschi estivi e le sue celeberrime insalate in barattolo, spiegando i trucchi per portare “al sacco” questo ottimo e sano pasto.

Stefania Autuori a OPSA in Prato 2024

Un piacere, ancora, vedere Anna Maria Pellegrino di La cucina di QB (domenica 23) preparare il suo “minestrone bello, buono e bravo” e ascoltare come, seguendo in modo semplice una precisa sequenza di preparazione che rispetta anche i tempi di cottura dei singoli ingredienti, sul piatto finisce una portata colorata, profumata, con le consistenze ideali (mai più zucchine “spatafasciate”!) e che ha prodotto pochissimi scarti di lavorazione. 

Anna Maria Pellegrino a OPSA in Prato 2024

Tradizione, sostenibilità e fantasia degli chef hanno caratterizzato i cooking show proposti da APPE (associazione provinciale dei pubblici esercizi) che ha deciso di dedicare il sabato ai risotti e la domenica al pesce. Lo chef Giacomo Allegra del ristorante il Console di Saccolongo e il maestro gelatiere Guido Zandonà della gelateria Ciokkolatte di Padova hanno mostrato come si prepara il Bianco di Seppia, il risotto al Sauvignon Blanc con gelato di ragù di seppia e nero di seppia che ha vinto il concorso Gelato a 2 a Longarone nel 2019. Mentre lo chef Alessandro Chiarotto ha preparato di fronte a un pubblico molto interessato il Risotto al Morlacco con Fiori di Zucca.

Nella giornata del pesce lo chef Malvin Hoxha del ristorante la Gourmetteria di Padova ha raccontato la storia del baccalà, proponendolo in molte interpretazioni a partire dalle tradizionali alla Vicentina, Mantecato e alla Cappuccina. A seguire i cuochi Pescatori di Chioggia, raccontando l’origine della cozza di Pellestrina “mitilla”, hanno preparato le Polpettine di Chioggia e gli A_vanzi d’A_Mare, ricette che insegnano a recuperare molluschi e verdure stagionali.

Personalità a confronto con l’imperfezione… e il nostro gong

Un gong e un countdown hanno caratterizzato le due serate di “interviste imperfette”, il talk non convenzionale condotto dalla giornalista Micaela Faggiani e dalla stand up comedian Triana Cattin in cui 14 personalità del nostro territorio, ciascuna realizzata nel proprio campo, sono state sollecitate sul tema dell’imperfezione: cosa significa per loro e, quando essa è associata allo “sbaglio”, cosa rappresenta in termini di esperienza e crescita.

Domande incalzanti in otto minuti (segnati dal gong, appunto), in cui ciascuno ha condiviso,  riflettendo su questi temi, un pezzo importante di sé: dal percorso di vita a quello professionale, dagli insuccessi alle sfide quotidiane, alla propria visione di un mondo migliore. Diamo per ogni protagonista un flash del proprio intervento.

interviste imperfette sabato 22 giugno

Margherita Colonnello, assessora al Sociale, Integrazione e Inclusione sociale del Comune di Padova
«Quando le cose sono perfette? Mai, è la vita così. Il mio stesso lavoro è dove incontro di più l’imperfezione. Perché la società è complessa: il punto è trovare un linguaggio comune. Padova è una città piena di energia, di volontariato, di bellezza. Io ho capito che il lavoro della politica è aiutare e favorire che la città continui a esprimere se stessa al meglio». 

Rossano Galtarossa, campione olimpico di canottaggio
«Quando ti alleni cerchi di raggiungere un ideale ma, ovviamente, quando cominci sei lontanissimo. La prima gara che ho fatto non ho nemmeno raggiunto il traguardo: nel canottaggio, andando indietro, non vedi dove vai. Io non sentivo bene l’allenatore e sono finito sulla riva».

Manuela Levorato, velocista ed ex detentrice del record italiano sui 100 metri
«Per un’atleta è normale puntare tutto sulle Olimpiadi: infortunarsi prima è un dramma, e a me è successo prima di Sidney. Volevo addirittura smettere. Perché è doloroso affrontare questa cosa anche da un punto di vista mentale. Ma da quel momento estremamente imperfetto, ho lavorato. L’anno dopo ho fatto quel record sui 100 metri che è durato 22 anni».
(Zaynab Dosso lo ha eguagliato nel 2023 e superato a maggio di quest’anno)

don Luca Facco, vicario episcopale per i rapporti con le istituzioni e il territorio
«Quando capisci che puoi chiedere aiuto, la vita cambia. Quando facevo il cappellano a La Guizza avevamo un problema con una baby gang. Soffrivo per il mio senso di impotenza, perché non riuscivo a essere il buon cappellano che volevo essere e che dava le risposte alle persone che si rivolgevano a me. Ho imparato a chiedere aiuto, e ho scoperto anche che chi mi aiutava era contento di farlo»

Federica Luni, presidente Appe
«La nostra categoria durante la pandemia ha dato il meglio. Quando è stato dichiarato il lockdown ci siamo telefonati con l’unica idea di non buttare nulla: ci siamo divisi zone, volontari e non abbiamo sprecato nulla. Abbiamo riscoperto il fare bene e l’essere squadra»

Chiara Luppi, cantante
«Una sera , durante un concerto in un locale, non stavo cantando bene. In una pausa il pianista mi ha preso da parte e mi ha detto “Se tu vuoi fare questo mestiere, ricordati che ci siamo noi dietro!”. Voleva dire che il lavoro di ciascuno è collegato a quello dell’altro, che si fa bene o male tutti insieme, e che se qualcosa non va bisogna fare affidamento al gruppo».

Giorgio Bellingardo, artista di Re-Convert Ars
«Non mi sono mai accontentato di dipingere, ho sempre voluto aggiungere degli altri materiali. Tutto è partito da un paio di jeans da cui non volevo separarmi. Ed è nato un quadro a scacchiera, in cui ogni singolo pezzo è diverso, e sono tutti imperfetti»

interviste imperfette domenica 23 giugno

Francesco Messina, prefetto di Padova
«Nella vita e nel lavoro gli errori si fanno, la crescita personale e professionale passa attraverso gli errori. La gestione delle criticità comporta anche qualche imperfezione. Nel nostro lavoro parliamo di ordine pubblico “regolare”, quando con regolarità intendiamo che abbiamo garantito a tutti la possibilità di esprimere il loro pensiero».

Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova
«Serendipità è quel fenomeno per cui a volte si incappa in un risultato, che non si stava affatto cercando: da grandi errori o grandi imperfezioni a volte nascono grandi e importanti scoperte. Per quanto riguarda gli errori, la grande differenza è tra le persone che decidono di assumersene la responsabilità, e quelle che la rifuggono. C’è un termine specifico per questo comportamento che è “blame shifting”»

Antonio Santocono, presidente della Camera di Commercio di Padova e di Unioncamere Veneto
«A proposito di imperfezioni, sono una persona permalosa, molto precisa e sono senza senso dell’ironia. E la mia carriera è stata caratterizzata da tanti cambi: ho cominciato come ispettore forestale, poi sono finito dietro una scrivania in Regione, a studiare leggi regionali e a scrivere delibere su ordine di una persona che mi rimproverava per ogni errore. Ma in quel modo mi ha insegnato a crescere e a reagire. E devo ringraziare anche questa persona per essere poi diventato imprenditore»

Leopoldo Destro, presidente di Confindustria Veneto Est
«Sono molto attento a quello che faccio, e attento a non sbagliare, ma è naturale compiere errori. Lo sbaglio che racconto sempre con amarezza, ma poi mi ha permesso di fare lo “switch”, è stato al primo anno di liceo classico. È stato un anno travagliato perché ero anche uno sportivo, e alla fine sono stato rimandato in quattro materie. Studio tutta l’estate, rifaccio gli esami e mi bocciano. E per me, che ero e sono molto ambizioso, è stata una delusione cocente, ma da lì sono ripartito»

Daniele Canella, sindaco di San Giorgio delle Pertiche e vicepresidente della Provincia
«La caratteristica principale di un sindaco è quella di ascoltare. La passione per la politica mi è nata presto: dieci anni da consigliere comunale di opposizione sono stati una formazione importante. Quegli anni mi hanno insegnato poi anche a fare il sindaco. In generale la bassa affluenza alle elezioni è una sconfitta per noi politici: credo purtroppo che alla base ci sia la convinzione che chiunque si voti non cambi nulla. Non è vero, dobbiamo avvicinarci di più alla gente»

Mario Liccardo, presidente del Maap
«L’età è una grande imperfezione… La vita è imperfezione, ma nella mia filosofia di vita non è sbagliato tendere alla perfezione, perché volersi migliorare è giusto. Ma è ancor più giusto sapersi accettare. Il grande dubbio che mi trascino da 40 anni è: ho fatto bene a fare l’avvocato o dovevo fare il giornalista?»

Daniela Soravia della sartoria sociale Lopup
«Siamo una sartoria sociale ma anche un laboratorio occupazionale protetto: seguiamo persone con difficoltà e le accompagniamo a scoprire le loro abilità. Dico sempre: hai un buco sulla maglietta? Ricamaci qualcosa sopra!»

Sabato e domenica di grande musica e intrattenimento

OPSA in Prato è stata l’occasione anche per mostrare alla cittadinanza tutti i talenti che trovano nella nostra struttura un modo di esprimersi e crescere. L’Andamento Lento Band e l’Orchestra di Cartone, formazioni artistiche nate dai nostri laboratori di musicoterapia, hanno avuto così un palcoscenico d’eccezione (o meglio: una piazza!) per riversare sul pubblico la loro energia.

andamento lento band a OPSA in Prato 2024orchestra di cartone a OPSA in Prato 2024

Ma ricordiamo anche le performance dei collaboratori di OPSA che, attraverso l’arte, hanno dato un assaggio della multiculturalità della nostra casa: un gruppo di collaboratori provenienti da stati diversi dell’Africa hanno cantato due canti tradizionali, che sono anche preghiere. Mentre le suore della Congregazione delle “Suore Francescane di San Luigi Gonzaga” del Tamil Nadu si sono esibite in diverse coreografie della Bharatanatyam Dance, danza tradizionale indiana. 

collaboratori africani a OPSA in Prato 2024suore indiane a OPSA in Prato 2024

E non possiamo che ringraziare anche le formazioni professionali che hanno portato in Prato la loro arte con il preciso scopo di coinvolgere il pubblico: Alessandra Pascali con il suo Canta Canta Show e il FolkStudio, insieme a Laura Pirri e al Mimo Charlie.

Per OPSA in Prato 2024, un grande GRAZIE a…

OPSA in Prato è stata possibile grazie alla collaborazione di tanti partner, che qui elenchiamo e ringraziamo.

Da un punto di vista operativo, tutta la manifestazione si deve alla collaborazione di Mazzucato Group, Confraternita dei Bigoi al Torcio di Limena e Birra Antoniana.

Dal punto di vista sostanziale, ringraziamo per il grande sostegno le imprese edili Idrothermos, Opere Edili e Piovan Otello&C. Impianti elettrici.

Hanno fatto donazioni: Alì, MAAP Padova, SAP srl, BAAP Bergamaschi, Ciokkolatte, Nuova FNT, Cooperativa Solidarietà, Coldiretti Veneto, Formiamo Impresa Sociale srl.