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LA PROVVIDENZA – MAGGIO 2025

La Provvidenza – maggio 2025

EDITORIALE – p. 3

Ore 19.23: «La pace sia con tutti voi!». Con queste chiare e serene parole, giovedì 8 maggio Papa Leone XIV si è presentato a tutto il mondo. Le stesse parole, lo stesso saluto che Cristo Risorto pronunciò quando apparve agli apostoli raccolti in casa. In questo saluto, che resterà nella storia e nell’immaginario di tutti noi, vi è chiarissimo e immediato l’appello che Leone XIV, usando le parole di Gesù, ha voluto lanciare: sia pace nel mondo, incominciando da noi stessi e dalle nostre famiglie. 

 

Quanta densità umana ed evangelica nelle rasserenanti parole «La pace sia con tutti voi», interessanti davvero come incipit di questo pontificato! Sono un chiaro appello al dialogo, a non stancarsi di gettare ponti, data la drammatica situazione internazionale che il defunto Papa Francesco, inascoltato, definiva giustamente «Terza guerra mondiale a pezzi». E a Papa Francesco si è subito riferito Leone, omaggiandone la memoria, ricordando la sua benedizione Urbi et Orbi a Roma e al mondo, il giorno prima di morire, la mattina della domenica di Pasqua. Papa Prevost ha poi ha dato seguito a quella benedizione ribadendo che Dio ci vuole bene e che il male non prevarrà; ricordando che tutti siamo discepoli di Cristo, che l’umanità necessita di Lui come ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore! Insomma ha subito offerto al mondo una visione e una dimensione verticale, trascendente, che forse non tutti si aspettavano così limpida ed esplicita! 

 

La pace di cui ha parlato Leone XIV non è una pace bucolica, la pace del quieto vivere, ma è la pace di Cristo Risorto, Colui che ha vinto la morte. Una pace senza paura. Una pace potente, «disarmata e disarmante». Un bellissimo ossimoro! La mente non può non correre allora a Leone Magno che, nel 452, andò incontro ad Attila, capo degli Unni, armato solo della croce papale e lo convinse a non marciare su Roma e a ritirarsi oltre il Danubio. Ma se il primo Leone è distante da noi, si perde tra le nebbie del tardo impero romano e del primissimo medioevo (e la Chiesa era l’unico riferimento, unica speranza per la popolazione), molto più vicino e, forse, punto di riferimento di questo Papa americano è Leone XIII, tra i più innovatori e rivoluzionari nella storia della Chiesa, il Papa della Rerum Novarum, l’encliclica ancora oggi fondamentale come inizio della dottrina sociale cattolica. 

 

L’elezione di Leone XIV è una bella sorpresa per tutti, o quasi. Bella, oltre che per la persona, perché ancora una volta hanno fatto cilecca la narrazione dei massmedia e degli opinionisti della prima e dell’ultima ora, nonché le previsioni dei bookmakers. I 133 cardinali elettori si sono orientati su una persona che non era nelle cinquine che campeggiavano nei titoli, non era tra i favoriti nelle scommesse. Ancora una volta la scelta del Papa è stata non conforme alle logiche puramente umane o simil-politiche. Lo Spirito Santo, grazie a Dio, “funziona” ancora e, ne siamo certi, vede lontano. Buon lavoro, buona missione, Papa Leone XIV!