Pet therapy, danza creativa e laboratori sensoriali: le attività del progetto “In Con-Tatto” sono al culmine

In questo 2025 “In Con-tatto”, il progetto finanziato dalla Regione Veneto con risorse del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ci sta consentendo di attivare, in collaborazione con tante realtà del nostro territorio (associative e non), proposte di danza creativa, laboratori sensoriali e pet therapy destinate agli Ospiti sia dell’Area disabilità sia dell’Area anziani, ma anche coinvolgendo la cittadinanza e, soprattutto, i bambini in età scolare. 

In questa news raccontiamo come le diverse progettualità sono state concretizzate e con quali esiti, grazie alla viva voce degli educatori professionali del Servizio educativo dell’OPSA che le seguono, e che hanno scritto i contributi che leggerete. Non prima di comunicare una bella notizia: se il progetto iniziale interessava 110 Ospiti (80 dell’Area disabilità e 30 dell’Area anziani), siamo riusciti ad ampliarlo coinvolgendo 150 Ospiti, 90 dell’Area disabilità e 60 dell’Area anziani.

Danza creativa

Il laboratorio di danza creativa del progetto “In Con-tatto” (dieci incontri più una lezione aperta di condivisione con i familiari), ha visto impegnati venti Ospiti del centro diurno san Raffaele e cinque Ospiti dei Nuclei residenziali di Casa Madre Teresa di Calcutta. L’insegnante della scuola di danza Scarpette Rosse di Rubano Lucia Perin, attraverso il linguaggio della danza, ha guidato i partecipanti in un percorso di riscoperta e riappropriazione del corpo e del suo movimento nello spazio, riconducendoli ad una nuova percezione di sé e delle proprie possibilità espressive, favorendo la socializzazione, l’espressione di sé e lasciando riaffiorare i ricordi e le emozioni dei loro vissuti. Ho avuto il piacere di affiancare Lucia in questo percorso, un viaggio avventuroso alla riscoperta di sé per molti Ospiti: è stato emozionante, infatti, assistere nel corso degli incontri alla loro spontanea “liberazione”. Nonostante le iniziali malcelate e comprensibili ritrosie e timidezze, dovute al timore del giudizio, a una certa disistima e diffidenza nei confronti del “nuovo”, pian piano gli Ospiti hanno cominciato a “lasciarsi andare”, ritrovando spensieratezza e, spesso, costruendo per la prima volta un “momento di libertà” mai sperimentato prima. Per molti, infatti, il ballo o la danza sono sempre stati considerati come svaghi superflui, in una vita dedicata in modo esclusivo alla famiglia e al lavoro. Per alcuni la danza era addirittura un tabù, perché linguaggio di un’espressività che non apparteneva all’educazione tradizionale. Scoprire invece, in questa fase della vita, che la danza è un mezzo legittimo per esprimersi, liberandosi di sovrastrutture mentali e preconcetti, ha realmente qualcosa di affascinante. Essere spettatrice di questa riscoperta del proprio corpo in movimento, del piacere di “abbandonarsi” a occhi chiusi al suono della musica, del ritrovare la propria autostima latente, del relazionarsi con sé, ma anche sentirsi parte di “un tutto”… è stato qualcosa di magico. Un’altra cosa davvero stupefacente a cui ho assistito è il recupero delle memorie corporee: è il corpo che si muove in quella determinata direzione, con quella musica, e questo movimento nasce da un ricordo inconscio che quella musica rievoca, un ricordo emotivo e non cognitivo. L’incontro conclusivo di questo “viaggio” è stato caratterizzato da una lezione aperta tenutasi nel pomeriggio di venerdì 23 maggio in Sala Polivalente, a cui hanno aderito quasi una ventina di familiari dei nostri Ospiti partecipanti. Il loro feedback a fine incontro è stato entusiasta, e c’è chi ha detto di voler implementare giorni di frequenza al centro del proprio caro poiché «mai avrebbe immaginato iniziative così stimolanti e arricchenti!».

Silvia Ciatto

Laboratori sensoriali

Nel cuore del progetto che ha unito bambini e Ospiti della struttura, è nata una fiaba speciale: Cappuccetto Verde. Non si è trattato di una semplice narrazione: la storia è diventata un’esperienza sensoriale a tutto tondo. Attraverso materiali naturali come foglie, pigne, rametti e profumi del bosco, i partecipanti hanno costruito scenari tattili, visivi e olfattivi che davano vita ai luoghi della fiaba. Ogni tappa del racconto era un invito a toccare, annusare, osservare. I bambini, accompagnati dagli Ospiti della struttura, hanno camminato letteralmente dentro la storia, vivendo il bosco, la casa della nonna e sperimentando con tutti i sensi i prodotti all’interno della cesta di Cappuccetto Verde. Cappuccetto Verde è una versione rivisitata del racconto tradizionale, nella quale il lupo non è cattivo, ma semplicemente diverso. Una delle sue zampe, fatta di legno, lo rende impacciato, goffo e rumoroso, ma anche profondamente “umano”. Questa scelta narrativa ha permesso di lavorare sul tema della diversità come valore, suscitando riflessioni nei bambini e negli adulti sul rispetto, sull’inclusione e sulla comprensione dell’altro. Abbiamo collaborato con due realtà del territorio: con la scuola primaria Leonardo da Vinci e con il doposcuola del Parco Etnografico di Bosco di Rubano. Entrambi hanno vissuto l’attività in due step, uno di laboratorio e l’altro di lettura della storia con l’allestimento di un setting sensoriale. In questo ultimo step, ogni tappa del racconto era caratterizzata dal toccare, udire, annusare e gustare. Con la scuola primaria sono stati realizzati dei piccoli quaderni mediante l’utilizzo di materiali tratti dalla natura che li circonda, dando vita ai luoghi e ai personaggi della fiaba. Con il gruppo del doposcuola, invece, sono stati realizzati dei cartelloni con le modalità precedenti, ma divisi in piccoli gruppi. Fondamentale è stato il coinvolgimento degli Ospiti della struttura, che hanno collaborato attivamente alla preparazione delle ambientazioni e dei materiali, non solo come supporto, ma come protagonisti creativi (hanno marmorizzato dei fogli, hanno raccolto materiale come rametti e foglie, etc). Questo ha rafforzato i legami intergenerazionali e ha reso visibile il potenziale educativo della condivisione. Il progetto “Nel Paese delle Meraviglie”, incluso in “In Con-tatto”, si è dimostrato un esempio virtuoso di inclusione e di pedagogia esperienziale, dove la fiaba diventa occasione di incontro, esplorazione e crescita per tutti.

Giada Baraldo, Lara Callegaro, suor Roberta Ceccotto, Tiziana Oneto

Pet therapy

Quest’anno l’OPSA, nell’ambito del progetto “In Con-tatto”, ha rinnovato la collaborazione con l’associazione La Città degli Asini di Polverara, un’organizzazione specializzata negli interventi assistiti con gli animali (IAA), che lavora con asini, cani, gatti, conigli e cavalli. L’organizzazione si prefigge di promuovere accoglienza, benessere e cura attraverso l’alleanza uomo-animale allo scopo di migliorare la qualità di vita della persona. L’attività ha coinvolto quattro gruppi eterogenei di Ospiti, con cadenza bisettimanale per un totale di dieci incontri. In questi mesi gli Ospiti hanno potuto entrare in relazione con i cani che si sono alternati durante gli incontri, conoscere la loro storia, giocare con loro e prendersene cura mediante piccoli gesti di attenzione quotidiana. Le ultime due giornate, il 26 e 29 maggio, hanno visto il coinvolgimento dei familiari, che hanno così potuto fare esperienza della proposta educativa vissuta dai propri cari. Attraverso un’attenta osservazione il servizio educativo ha rilevato significativi benefici in termini di benessere fisico, emotivo e sociale nei partecipanti. L’attività ha riscosso grande partecipazione ed entusiasmo, e si auspica di poterla riproporre il prossimo anno.